Inizialmente le birre stagionali e speziate venivano consumate in ambito famigliare ma, con il passare degli anni, le birre di Natale si diffusero in tutto il mondo.
Ed anche quest’anno siamo ormai prossimi al Natale e, oltre a luci e decorazioni varie, iniziano a sentirsi i tipici profumi di zenzero, cannella, chiodi di garofano, miele, cioccolato, uvetta, frutta secca. Solitamente ingredienti per i dolci tradizionali, dai più semplici biscotti alle torte più elaborate, ma da un po’ di anni a questa parte è possibile riscontrare tale bouquet di aromi anche nelle birre artigianali appositamente preparate per il Natale: le Birre di Natale.
Storicamente, iniziatori di questa tradizione furono i maestri birrai belgi che, a partire dalla fine dell’ottocento, iniziarono a produrre birre particolari, un po’ speciali da abbinare ai corposi piatti che solitamente si preparano in occasioni di tali festività. Di gradazione alcolica più elevata rispetto alle normali birre, adatte quindi anche alle rigide temperature invernali, queste birre di Natale, grazie alle diverse spezie ed ingredienti con cui vengono arricchite, ben si accompagnano alla maggior parte dei piatti tipici natalizi.
Inizialmente tali birre stagionali e speziate venivano consumate in ambito famigliare o comunque all’interno del villaggio in cui si trovava la birreria, ma, con il passare degli anni, visto anche il successo riscosso, tali birre iniziarono ad essere commercializzate anche al di fuori della piccola cerchia di consumatori locali e la tradizione delle birre di Natale si diffuse dapprima in Europa per poi sbarcare sulle coste degli Stati Uniti, dove oramai i birrifici artigianali la fanno da padrone.
Agli inizi del novecento il fenomeno prese piede anche in Inghilterra, dove, ai giorni nostri, sta diventando un prodotto che attrae sempre più cultori ed amanti della birra speziata. Il Birrificio Ridgeway, situato in una piccola località a ovest di Londra, in funzione dal 1779, si presenta nella sua veste natalizia con ben dieci birre speciali, di cui cinque dedicate “all’elfo cattivo” che fa brutti scherzi a babbo Natale (da notare le etichette).
La Bad Elf, una IPA molto aromatica e di ottima tostatura, ricca di luppoli inglesi e perfetta per le serate invernali; Very Bad Elf, versione più scura e alcolica della precedente, con note dolci di nocciola e tostato, caratterizzata dal massiccio utilizzo del malto Pale; Seriously Bad Elf, una reinterpretazione molto personale di una tripel belga, con note di miele, frutta bianca e rabarbaro. Nel finale invece un piacevole retrogusto amaro chiude la degustazione; Criminally Bad Elf, versione “allegra” di una classica barley wine, presenta al naso note dolcissime di frutta caramellata; chiude la Insanely Bad Elf, una imperial red ale, con un ampio bagaglio di note dolci come prugna, banana e miele (con la possibilità di invecchiamento).
Anche in Giappone, pur non festeggiando il Natale, ma sempre pronti a non lasciarsi sfuggire un’occasione di festa per brindare, ecco che iniziano a fare capolino le prime birre artigianali natalizie.
In Italia il fenomeno ha preso piede oramai da alcuni anni e birrifici quali Birrificio di Lambrate, Birrificio indipendente Elav o Baladin sono già pronti per mettere sul mercato le loro originali e stagionali produzioni.
Che cosa avranno in serbo per quest’anno?
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