Comac, il Giappone e la lean production: intervista a Federico Monti
Qualche mese fa vi avevamo presentato Stefano Gotti, Responsabile Pianificazione e Schedulazione di Comac e grande esperto di lean production. Oggi torniamo a parlarne intervistando Federico Monti.
Qualche mese fa vi avevamo presentato Stefano Gotti, Responsabile Pianificazione e Schedulazione di Comac e grande esperto di lean production. Oggi torniamo a parlarne intervistando Federico Monti, ultimo acquisto dell’ufficio, che dall’ottobre scorso è arrivato in Comac iniziando dal magazzino e ora fa parte, appunto, del team dedicato alla lean. Una passione che per Federico si unisce a quella per la lingua e la cultura giapponese, in cui questa metodologia è nata.
Come ti sei avvicinato al metodo lean?
«Il Giappone mi affascina da sempre, così prima mi sono laureato in lingue orientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia per imparare la lingua, poi ho preso un master in International Management a Londra e attualmente sto frequentando un altro master, proprio in Lean Management, al CUOA di Vicenza».
Quali sono i principi della Lean Philosophy?
«Ce ne sono cinque e sono detti “le cinque S”, perché le parole giapponesi da cui prendono il nome iniziano tutte con questa lettera. Sono, nell’ordine:
– Seiri (ordinare)
– Seiton (organizzare)
– Seiso (pulire)
– Seiketsu (standardizzare)
– Shitsuke (sostenere)
Rappresentano le fasi attraverso le quali una linea di lean production deve essere pensata e messa in funzione. L’obiettivo comune è ridurre al minimo gli sprechi e le perdite di tempo».
Come si applica, concretamente, la lean philosophy in Comac?
«Nella scelta di produrre la quantità necessaria, solo quando serve (il cosiddetto “Just-In-Time), che vale anche per il magazzino, attraverso i Kanban».
Di cosa si tratta?
«”Kanban” significa “cartellino” in giapponese e proprio questi cartellini sono stati attaccati a tutto il materiale presente in magazzino. Il principio è identico a quello che viene applicato nei supermercati: quando preleviamo qualcosa dagli scaffali, il cartellino viene staccato. In questo modo il magazzino sa che ora c’è un elemento in meno (con quel preciso codice) dunque può sostituirlo oppure, nel caso la scorta fosse terminata, ordinarne una nuova fornitura».
Ultima curiosità: secondo te la lean philosophy si può applicare anche fuori dagli spazi di lavoro?
«Certo: è un ottimo metodo, per esempio, per tenere pulita e ordinata la propria scrivania, la propria stanza o gli altri ambienti in cui ci troviamo ogni giorno».
Ufficio Comunicazione, Web e Relazioni Esterne Comac