Una regata per scoprire le risorse dei collaboratori Comac: intervista a Giuliana Rossini

Sabato 1 e domenica 2 ottobre Comac si è concessa un’insolita gita fuori porta, sulle rive del lago di Garda: i collaboratori dell’azienda, infatti, si sono trasformati per qualche giorno in skipper e marinai, cimentandosi in una vera e propria regata a Desenzano del Garda.

Sabato 1 e domenica 2 ottobre Comac si è concessa un’insolita gita fuori porta, sulle rive del lago di Garda: i collaboratori dell’azienda, infatti, si sono trasformati per qualche giorno in skipper e marinai, cimentandosi in una vera e propria regata a Desenzano del Garda. Un’iniziativa che, oltre a favorire svago e divertimento per collaboratori e famiglie, fa parte di un programma di sviluppo delle competenze manageriali in Comac. Per questo abbiamo fatto qualche domanda a Giuliana Rossini, Responsabile delle Risorse Umane che si è occupata dell’evento in tutte le sue fasi, dalla preparazione al risultato finale.

Ciao Giuliana, partiamo dall’inizio. Come è nata l’idea di organizzare una regata?

«L’idea è venuta a Giorgio Donadoni, uno dei soci fondatori, che ama andare in barca a vela. Ci è piaciuta ed è diventata l’occasione per far iniziare un programma di sviluppo delle competenze manageriali dei collaboratori di prima linea».

Da dove nasce quest’esigenza?

«È un lavoro iniziato circa un anno fa. La domanda di partenza è stata “Cosa serve per essere un bravo capo?”. Attraverso l’autovalutazione da parte della prima linea e la restituzione della direzione, sono state selezionate quattro competenze di base su cui lavorare: pianificazione, problem solvingcomunicazione e gestione dei collaboratori. Tutte e quattro sono state applicate durante le fasi della regata, anche attraverso l’attività di formazione».

In che modo?

«Nella fase di preparazione, per esempio, ogni equipaggio ha dovuto “fare gruppo” e ognuno ci è riuscito a proprio modo, per esempio organizzando aperitivi o creando gruppi Whatsapp. Questi sono esempi di motivazione dei collaboratori e comunicazione».

Altri esempi?

«Domenica, al momento di uscire per una veleggiata di prova, non c’era vento e pioveva. La mattinata era stata riorganizzata, ma alle 11 il vento è tornato! In questo modo si impara a gestire gli imprevisti (problem solving). E poi in barca azioni e strumenti hanno un nome preciso (comunicazione), è importante conoscere e condividere informazioni e significati. Vale con le vele, ma anche in un’azienda come Comac».

L’impegno di Comac si è esaurito con la regata?

«Certamente no: nei giorni scorsi c’è stato un debrief con la prima linea, un momento interessante per analizzare l’evento. E ci saranno, anche nel 2017, altri appuntamenti di formazione: per essere un buon responsabile non basta essere un bravo tecnico, per questo diamo molta importanza a queste competenze trasversali».

Qual è il tuo personale bilancio della regata?

«Sono soddisfatta: il gruppo della prima linea si sta mettendo in gioco e sono contenta che i collaboratori e le loro famiglie abbiano un bel ricordo di questa esperienza».

 

Ufficio Comunicazione, Web e Relazioni Esterne Comac